mercoledì 12 settembre 2007

SELEZIONE (IN)NATURALE

Oggi post pseudoscientifico, concernente le modalità di selezione per l'idoneità a borse di studio, assegni di ricerca e quant'altro. Essendo dipendente a tempo indeterminato a part-time e libero professionista a part-time (ed "essere umano" full-time), sono immune ormai dalla "giostra" delle procedure concorsuali, ma non posso esimermi dal dichiarare ogni volta di essere schifato dai vizi di procedura degli enti pubblici per quanto riguarda le procedure di selezione, che nulla hanno a che vedere con la competenza e la professionalità teoricamente richieste. Cinicamente dichiaro (e me ne assumo piena responsabilità) che se i "baroni" continuano a scegliere per "simpatia" e non per competenze, tra 100 anni staremo ancora cercando la cura per il cancro o l'AIDS. Non solo, ma le università sforneranno idioti patentati (lo fanno già adesso) perchè istruiti da idioti, i quali scriveranno libri di testo insulsi che insegneranno teorie errate.
Praticamente abbiamo (hanno) ribaltato completamente il metodo scientifico e la libera ricerca, concetti per i quali gente del calibro di Giordano Bruno e Galileo Galilei hanno patito sappiamo noi quanto.
Che dire? Come fare a spiegare che la competenza scientifica si acquisisce con lo studio, che la capacità di ricerca è data dalla curiosità, che non si diventa accademici "per eredità genetica", che la ricerca è essenziamente un'attività da destinarsi a filantropi e idealisti e non a grigi burocrati o a "nipoti" che poverini, non hanno arte ne parte? Semplice: non si può.
Mi viene in mente una massima ad effetto: "l'ottimista crede di vivere nel migliore dei mondi possibili...il pessimista sa che purtroppo è proprio così".
Continuo a sperare di avere torto, "prego" di avere torto, ma so che è così: non siamo più in testa nelle classifiche di "cervelloni" mondiali perchè le scuole e le università fanno schifo e sono solo dei "diplomifici", diciamolo una buona volta; il bagaglio culturale dell'uomo medio si è abbassato clamorosamente e abbiamo una percentuale di analfebetismo degna degli anni '50 del secolo scorso nonostante Internet e l'inglese a scuola.
Riprendiamoci la dignità che ci compete, anche perchè l'assenza di ricerca o peggio, una ricerca falsa e tendenziosa, non portano sviluppo dell'economia ma ne incentivano il declino.
Una volta da bambini, ci chiedevano: "cosa vuoi fare da grande?" Noi rispondevamo in maniera varia: l'avvocato, il medico, l'ingegnere, il meccanico etc. I più fantasiosi dicevano "l'astronauta" o addirittura "il Papa"...adesso i ragazzini rispondono inequivocabilmente "il calciatore" e "la velina", quando addirittura rispondono "boh, che ne so"...penso sia significativo, no?
Meditate gente, meditate.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sdegno e amarezza per gli accaduti degli ultimi giorni!
Io mi chiedo quanto tempo ancora dovremo far finta che questi siano episodi isolati e quanto tempo ancora per non udire più la frase: "E'così che va il mondo, che ci possiamo fare?"

...lancio una sola provocazione: "E' possibile che in tutte le Facoltà d'Italia ci siano così tanti Professori con lo stesso cognome? ...o un certo grado di parentela? Professore-Professore; Professore-Ricercatore; Professore-Assistente ecc...???? Mah! Bah! ...Sarah!