giovedì 19 giugno 2008

LA LEGA DEI FURIOSI

A Perugia, nei primi anni '90 imperversava una corrente di pensiero creativo anarco-nichil-futurista chiamata "La Lega dei Furiosi". Non ebbe grande successo, ma il loro motto resta valido, ora piu di allora. Ne riporto lo slogan, sperando che qualcuno ne faccia tesoro.


"Siamo solo subcultura, roba per minorati, siamo la cattiva coscienza di un mondo che afferma di aver debellato il male e lo coltiva, siamo La Lega dei Furiosi"



Vostro,

NoSferatu

giovedì 5 giugno 2008

AHMADINEJAD, MUGABE E L'IPOCRISIA DEGLI OCCIDENTALI

Eccoli: a Roma sono giunti il presidente iraniano e il presidente dello Zimbabwe.
Uno testa di serie della lista degli "stati canaglia" secondo G. W. Bush e compagni, l'altro satrapo presidente a vita di uno stato che era considerato il "granaio d'Africa" e che ora è allo sfascio totale e dipende dagli aiuti umanitari praticamente in toto.
Dall'altra parte, un nutrito gruppetto di politicanti e statisti dell'ultima ora, (mi riferisco agli italiani in primis, ma non solo), imbarazzato dalla presenza di questi due "scomodi elementi" al tavolo FAO.
In mezzo, la pseudo-stampa italiana che monta il caso giornalistico sulla falsariga del caso Nixon, ovvero "stringereste la mano a questi due?"
Che dire? Appare innanzitutto chiaro un fatto: la politica intesa come diplomazia, cura delle relazioni internazionali e "tatto" nella tutela degli affari di Stato ormai non esiste più, non in mano a questa torma di ignoranti pressapochisti omuncoli di pseudo-destra e pseudo-sinistra.
Emerge ancor più subdolo un altro fatto, più allarmante: la FAO, in quanto organismo ONU, è anch'essa un giocattolo di USA e G8 in genere? Purtroppo sembrerebbe di si.
Non sto a sindacare sui meriti (o meglio, i demeriti) che hanno portato questi due scomodi elementi ad essere considerati dei "paria" della politica internazionale, peraltro inoppugnabili, ma voglio invece inveire contro il modo di fare politica internazionale di questi ultimi dieci-quindici anni.
Un politico di vecchio stampo non si sarebbe mai posto il problema se stringere o meno la mano al sig. Ahmadinejad o al sig. Mugabe: lo avrebbe fatto senz'altro nel nome del tatto e dell'etichetta proprie delle relazioni diplomatiche, dopodichè si sarebbe seduto al tavolo con loro e gliene avrebbe cantate quattro come si deve, utilizzando tutte le tattiche proprie dei canali diplomatici, ovvero di chi non ha intenzione di bombardare altri stati a meno che non si adirettamente minacciato.
Il fatto che gran parte dei canali relazionali sia stato precluso a questi signori denuncia innanzitutto la chiara volontà belligerante di certi paesi occidentali, e in secondo luogo l'ipocrisia dei grandi gruppi industriali e delle lobbies che da un lato "snobbano" i due presidenti e dall'altro ci fanno affari più o meno alla luce del sole.
Mi riferisco agli interessi di Finmeccanica e Ansaldo in Iran, agli interessi commerciali e di concessione mineraria di alcuni paesi europei (devo fare i nomi? studiate la storia) che vorrebbero tanto si ritornasse ai cari vecchi tempi in cui lo Zimbabwe si chiamava Rhodesia.
Banale e ancora più ipocrita la scusa delle violazioni dei diritti umani perpetrata dai due paesi, soprattutto in virtù del fatto che ai cinesi non è stato detto nulla, e tantomeno agli americani, dopo che il sig. Bush ha detto testualmente giorni fa che "la tortura è giustificata se c'è la minaccia di terrorismo", cioè praticamente sempre.
Concludo con un piccolo appunto: il tavolo FAO in questa occasione si propone di studiare e eventualmente trovare soluzioni nuove al probelma della fame nel mondo che anzichè diminuire col tempo è aumentato...cosa c'entra tutta questa "bagarre" con la fame nel mondo? Se i due presidenti sono venuti con intenzioni collaborative (deliri del presidente iranaiano a parte), precludere loro i tavoli di incontro o comunque non adempiere in pieno ai doveri di ospitalità propri dell'etichetta rappresenta uno schiaffo, una provocazione peraltro gratuita in una situazione dove ci vorrebbe più buonsenso e meno sfoggio di muscoli.
Pensate un pò: noi siamo il paese che ha dato i natali a Nicolò Machiavelli...che vergogna.

IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA DANNEGGIA LA SALUTE PUBBLICA

il considerare reato l'immigrazione clandestina è rischioso per la salute pubblica in quanto l'immigrato clandestino portatore di patologie gravi, per timore di essere espulso o peggio incarcerato eviterebbe qualsiasi contatto con le strutture sanitarie. E' per questo motivo, oltre che per motivi umanitari che il diritto all'assistenza sanitaria è esteso a tutti, cittadini italiani e non, regolari e clandestini. Spesso infatti chi immigra clandestinamente viaggia in condizioni degne delle vecchie navi negriere che trasportavano schiavi negli USA nel '700 e '800, portando a volte con se insetti veicoli di patogeni o covando infezioni che da noi rislutavano pressochè debellate, come la tubercolosi polmonare. Porre l'immigrato clandestino nella condizione di evitare qualsiasi forma di struttura pubblica, ospedale, medico generico o pronto soccorso che sia per timore di essere identificato quale "illegale" e pertanto incarcerato/espulso, equivale ad aumentare il rischio di diffusione di focolai di infezione difficilmente identificabili e circoscrivibili, esattamente come e accaduto e accade nei sobborghi degli USA con immigrati clandestini provenienti prettamente dall'area centro-americana, i cosidetti "mojados".
E' un dovere morale oltre che costituzionale garantire assistenza sanitaria a CHIUNQUE, non solo appunto per motivi etici ed umanitari, ma anche per prevenire e curare tempestivamente malattie infettive e garantire così lo stato di salute di un'intera popolazione"