lunedì 8 dicembre 2008

BITEFIGHT

Ciao Amici,

anche io sono stato contagiato dai giochi di ruolo online, forse in virtù del fatto che sono stato ungrand giocatore di D&D e GiRSA....cmq, ora sono un vampiro (ahahah! che altro potevo essere?)
Per cui amici, sacrificate un po del vostro sangue e fatevi mordere dal vostro affezionato notturno cliccando sul lin k di seguito (non ci sono spywares o altro, è solo un gioco)

BITEFIGHT

Grazie e....buona notte!


martedì 2 dicembre 2008

RAPPORTO ADOLESCENTI:SOLI TRA SBALLO E INTERNET

Cari amici,

leggo oggi dal sito dell'ANSA che è stato presentato a Bologna il rapporto annuale sulla salute degli adolescenti, dove emerge clamorosamente (!!!) l'incremento dell'uso di alcool e stupefacenti nei giovani, insieme all'uso di Internet ma, badate bene, solo per quanto riguarda l'uso di chat e YouTube .
Cosa dire? Innanzitutto, non mi risulta nessuna novità, a parte forse una "mezza" denuncia da parte degli stessi adolescenti intervistati circa la scarsità di regole imposte dai genitori...per il resto, non sono affatto meravigliato di questi dati e anzi secondo me sono anche sottostimati (campione di 1200 adolescenti su base nazionale).
L'uso di alcool e droghe ormai ha acquisito sempre più valenza di sostanze "socializzanti" data la scarsissima cultura generale delle nuove generazioni, unita alla pressochè inesistente capacità comunicativa (sembra che i ragazzi di oggi abbiano un vocabolario d'uso comune di poco più di 200 parole!).
Non che ai miei tempi fosse diverso, non così tanto...c'era però un enorme "freno" dato dalle regole imposte dentro casa cui era abbastanza difficile trasgredire se non con immani sforzi e sacrifici...del resto, sono convinto che la personalità si formi negli stenti e non negli agi, per cui non ci si può lamentare se i ragazzi di oggi (e ne conosco tanti) sono piuttosto....carenti di carattere e facilmente possono cadere plagiati da idee malsane imposte da personalità devianti..
Mi riferisco ad esempio ad un colloquio avuto con un mio ex-studente, tale M. che mi raccontava di fumare eroina perchè gli conferiva maggiore vigore sessuale....ora, chi ha un minimo di cultura scientifica saprà che l'eroina ha, tra i primi effetti collaterali, l'impotenza...per cui la convinta affermazione del mio giovane amico M. era basata solo e soltanto sulla base delle dichiarazioni di un non identificato ma carismatico pusher. Fortunamente sono riuscito a far desistere il novizio tossico dai suoi "consumi", e pare che ora righi dritto...ma è un caso su 1000. Non tutti i ragazzi hanno un professore o un amico competente e disposto ad affrontare razionalmente e senza pregiudizio i loro problemi, purtroppo.
Se poi aggiungiamo che il controllo sociale che le famiglie dovrebbero esercitare sulla propria prole è inesistente, anzi si avverte chiaramente il fenomeno del "difendere i figli a spada tratta anche negando l'evidenza" si capisce che alla fin fine i ragazzi non sono neanche tanto male per come stanno le cose.
Del resto, se genitori 40-45enni sono impegnati a fare i "giovincelli", dove lo trovano il tempo di badare ai propri figli? E soprattutto, che esempio volete che gli diano?
Io sono molto preoccupato nei confronti di queste nuove genrazioni, però sono anche convinto che siano ragazzi buoni e intelligenti, purtroppo ridotti a carne da macello nel nome del consumismo sfrenato e dell'appiattimento delle coscienze; io li vedo che si guardano intorno e si rendono conto che qualcosa non va, ma non hanno i mezzi e il raziocinio per capire "cosa" non vada.
Una volta Corrado Guzzanti in un suo sketch dove interpretava un "manipolatore occulto" diceva:
"obiettivo 1 completato: rincoglionire i giovani con figa, soldi e pallone"
Bravi.

lunedì 24 novembre 2008

ADDIO SANDRO

Se n'è andato.
Sandro Curzi non è più tra noi, e per uno come me che ama l'uso delle parole per la forza intrinseca che possiedono, la sua scomparsa è un grande dolore, come uomo, giornalista e politico. Per intenderci, uno della classe 1930 che a soli 13 anni entra nella Resistenza romana, a 15 ha la tessera del PCI nonostante fosse minorenne, uno che ci ha creduto, che ha documentato come giornalista fatti che hanno segnato la storia dell'ultimo secolo, dall'alluvione del Polesine alla liberazione dell'Algeria dal colonialismo francese.
Giornalista del PCI prima, poi di RAI, direttore del TG3, poi a TeleMonteCarlo, poi anche al Maurizio Costanzo Show, candidato politico nelle liste di Unità Socialista, Sandro era innanzitutto un brav'uomo, uno che anteponeva la forza della ragione alle ragioni della forza, e tanto mi basta.
In quest'epoca di omuncoli, un uomo ragionevole in meno è una perdita immane.
Addio, Sandro, la tua mancanza si sentirà.

sabato 22 novembre 2008

FACEBOOK SI - FACEBOOK NO ??

Ebbene si,
dopo tanto tempo, le mie barriere hanno ceduto e anche io sono caduto vittima del fenomeno Facebook...
E' vero, esattamente come altri siti del genere è pieno di gentaccia e gentucola, di gente che si crede qualcuno senza avere nulla da dire, di persone che credono di vivere una vita che non gli appartiene (c'è anche chi ha messo le foto della barca a vela di D'Alema spacciandola per propria!) e umanità varia (o meglio, avariata)....c'è però un piccolo particolare, che un amico mi ha raccontato: si possono cercare i nomi dei tuoi compagni di università che non vedi da dieci o più anni, dei tuoi amici con cui marinavi la scuola vent'anni fa etc.etc.
Insomma, per farla breve ho creato un mio profilo piuttosto dettagliato e mi sono messo a cercare in giro e....sorpresa! Ho ritrovato tanti cari amici e amiche perduti nelle pieghe della storia (e pure della geografia)...gente che come me vive una vita normale con problemi normali e però continua, in qualche modo, a tenersi in contatto con il mondo e con chi è loro caro.
Che dire quindi in conlcusione? Facebook è oppure non è, l'ennesima cazzata mediatica della Rete?
La risposta la potete leggere tra le righe, e per chi non l'ha capita eccola in sintesi: è un mezzo di comunicazione VIRTUALE dove gente REALE riesce a contattare persone REALI (e perciò è una buona cosa), però è anche un posto dove la gente NON REALE vive un mondo IRREALE per spacciarsi per quello che non è, o meglio per spacciarsi per quello che non ha il coraggio di essere (e questo non è una buona cosa). Insomma, non è buona nè cattiva, ma entrambe le cose, dipendendo dall'uso che se ne fa.
Io sono contento di aver ritrovato molti miei vecchi amici e aver scoperto che non sono cambiati.
A presto

mercoledì 22 ottobre 2008

BENVENUTI A STI' FROCIONI

Parafrasando Lino Banfi e Wu Ming, il titolo non è assolutamente omofobico nè intende essere offensivo per alcuno, ma sta a sottintendere la dominanza di una subcultura (specialmente politica) basata su ignoranza, pressapochismo e becero umorismo da caserma. Mi riferisco al paragonare il Ministro Carfagna a Santa Maria Goretti (addirittura!), alla Gelmini che sta finendo di demolire la scuola pubblica come già erano giunti a buon punto i suoi predecessori (di destra e sinistra, diciamolo pure), alla privatizzazione delle Università, alla "pulizia etnica" nei confronti della ricerca pubblica per finire con le dichiarazioni di un noto filosofo e pensatore (che per passatempo fa il portiere del Milan) su Mussolini e quanto era figo il fascismo, peccato per quei soliti "4" ebrei morti "per sbaglio" che pesano sulla coscienza...e via con stronzate del genere (degeneri). Ma che ve lo dico a fare, che tanto la gente insorge soltanto quando minacciano di non trasmettere le partite di calcio in "chiaro"? Ce lo meritiamo tutto questo, è evidente.
Non ho parole, sono talmente nauseato che non voglio nemmeno proseguire il post, e concludo perciò citando l'ironico (si fa per dire) CapaRezza che canta:

" Si stava meglio quando si stava peggiorando,
gli oppositori traditori peggio di Ronaldo.
Non li mandavano al fresco di una cella
ma al caldo dei Caraibi su navi di Jack Sparrow.
Prof, il ventennio pimpamelo,
scrivi che i partigiani quel tempo lo vissero.
Di relax in pedalò, piedi nudi nei sabot,
25 aprile giorno dei caduti di Salò.
Umberto di Savoia non andò via,
ma che repubblica, la gente vota monarchia.
Non c'è partita tra re e democrazia,
come mettere la PSP col Game Gear.
E la Costituzione è un cd con una traccia,
l'ultima hit da spiaggia.
Il nonno di Eminem minaccia:
"Tutta l'Europa deve suonare il piano Marshall!"


A posto così, continuiamo a farci del male.

Saluti

sabato 5 luglio 2008

ENNIO IACOBUCCI: ALCUNE FOTO

Ecco alcune foto in bassa risoluzione di quel genio del giornalismo di guerra che è stato Iacobucci.
Andate a vedere la mostra, se avete un minimo di coscienza storica e un briciolo di cuore di fronte alle sorti dell'umanità in guerra. Ne uscirete sicuramente sconvolti, ma più maturi.










ENNIO IACOBUCCI, REPORTER DIMENTICATO

Riporto di seguito l'articolo pubblicato sul blog "Malaparata" http://malaparata.splinder.com sul nostro conterraneo ENNIO IACOBUCCI, da San Vincenzo valle Roveto. Eroe tragico del giornalismo di guerra. Leggete, meditate e se potete, andate a vedere la mostra al museo trastevere a Roma.


si chiamava ennio, ennio iacobucci, e voleva diventare un grande fotografo. la fregatura è dove nasci. se nasci figlio di contadini in un paesino dell'abruzzo puoi finire i rullini sulle pecore, sui monti, sulle pietre, nessuno ti si fila, finisce che tuo padre ti da un colpo di zappa sulla macchina fotografica e ti fa capire che tra l'uno e l'altro attrezzo devi scegliere quello più duro, più pesante ma più sicuro. allora a sedici anni ennio scappa, va a roma. fa la fame, fa il lustrascarpe, insomma, si arrangia. nel sessanta incontra uno della reuters, è la svolta. va a bruxelles e impara il francese, poi a londra e impara l'inglese. poi da londra lo buttano fuori, ma lui sa già il mestiere. nel sessantasette va in palestina. c'é la guerra dei sei giorni, lui fotografa profughi e prigionieri. fotografa la guerra. ecco, ennio ha trovato il suo mestiere. far sapere la guerra, quella vera, dura, farla capire a chi è lontano, taglia l'arrosto, accende il ventilatore, gioca coi bambini. è bravo ennio, e lo sa. finito il lavoro in palestina quello della reuters lo invita ad andare con lui in vietnam. è il sessantotto, gli americani e i sudvietnamiti se le danno a morte con quelli del nord, i comunisti. ennio se ne sbatte di chi vince o perde, fotografa tutto, civili, morti, prigionieri, battaglie, ospedali, gente che dorme, che piange, pezzi di gente anche. già, lui deve far sapere. le sue foto fanno il giro del mondo. newsweek, paris match, time, il new york times. è famoso, mentre è lì sposa una ragazza vietnamita, lo propongono anche per il premio pulitzer, conosce la fallaci. poi la fregatura. se fotografi una guerra stai attento alle pallottole, alle bombe, mica alla propaganda della politica. così lui fotografa una battaglia dove americani e sudvietnamiti le prendono. per loro è una disfatta, ma lui scatta tutto, sviluppa i rullini e li consegna a france press. il servizio è pubblicato, gli usa si incazzano, lui è fuori dal giro. va in laos, in cambogia, fotografa la fine della guerra. nel settantacinque è il solo a fotografare la vittoria dei khmer rossi. ma ormai non piace più a nessuno. già, non puoi raccontare le cose come vanno e farla franca. a qualcuno pesti i piedi, e puoi anche trovarti senza lavoro. finisce la guerra e anche il matrimonio, ennio torna a casa, ma non sa che fare. non ci può vivere in un posto dove se vuoi far le fotografie devi farle agli attori famosi e ubriachi nei bar di via veneto. lui sa scattare il dolore, la tragedia, l'azione, la polvere. quel luccichio notturno son solo i lampioni e il traffico della capitale, mica i bengala su saigon o le bombe al fosforo sul mekong. ennio torna a casa, è solo, povero, in trentasette anni il mondo gli ha già dato tutto e tolto tutto. così, nel settantasette, dopo ventuno anni da quando era scappato dalla casa di contadino dei suoi, in abruzzo, per venire a roma e dopo aver girato il mondo e visto le guerre e gli aerei e i bombardamenti e gli elicotteri e la gente morta e altra gente che piange la gente morta e i soldati feriti e i pezzi di soldati saltati sulle mine, dopo tutto questo ennio iacobucci scende nella cantina di casa sua a roma e si impicca. questa è la storia di uno che voleva diventare grande, che lo era diventato, poi però il mondo è cambiato e lui non ha retto. questo fino a ieri. oggi no. oggi, dopo più di trent'anni, fanno una mostra a roma, con centoventi scatti fatti da ennio iacobucci. foto vecchie, sembra storia passata. una mostra da guardare bene, vedere l'orrore e sapere che quell'orrore esiste ancora oggi, uguale, solo più moderno, digitale, un orrore a colori fotografato a dodici megapixel. la mostra di ennio invece è roba fatta con la rollei o la leica, e la pellicola ilford o kodak in bianco e nero. centoventi foto di guerra, dure, crudeli, vere. il motivo per cui diventò famoso, il motivo per cui diventò nessuno. raccontare la verità di una guerra. oggi ennio sarebbe contento, almeno della mostra che gli fanno al museo di trastevere. di come vanno le cose nel mondo forse no, di questo sarebbe triste. di guerre da raccontare con la macchina fotografica ce n'é fin troppe nel pianeta, ma ormai non le vuol conoscere quasi più nessuno. nessuno vuol sapere la verità. di guerra si può morire una volta, non due.

venerdì 4 luglio 2008

"LAUREATO, NUN TE VOIO"

Recentemente l'Università di Parma ha pubblicato uno studio nel quale afferma che numerose imprese piccole e medie non assumono laureati di sorta, citando nomi, cognomi, imprese etc. Effettivamente mi trovo daccordo con quanto da loro riscontrato, ma ci sono delle precisazioni, (anche parecchie aggiungo) da fare.
Che dire? Da dove iniziare? OK, troviamo un punto d’inizio: il collasso della formazione universitaria e scolastica in genere, dalla Falcucci (1986) passando per Ruberti (1990) e andando via così…oggi la maggior parte dei cervelli laureati sono poco piu che diplomati decenti e i diplomati hanno livelli da terza media di vent'anni fa; gli esami si fanno con dei quizzetti a scelta multipla e i crediti te li puoi magari fare anche giocando a Risiko…dove sono finiti gli esamoni orali da un’ora e mezza a persona, dove il professore ti faceva a pezzi talmente piccoli che ti ci voleva un mese a recuperare lo stress? boh. Io so una cosa, mi ricordo perfino le cosucce di esamini complementari fatti nel 1991, con professori ultrasettantenni che ti facevano pelo e contropelo e alla fine ti dicevano: "lei è un ragazzo intelligente e preparato, le do 24, che ne dice?" (e giù a smadonnare, che se rifiuti ti sbattono fuori dalla casa dello studente), mentre giovani colleghi laureati da meno di un anno gia non ricordano piu nulla di quanto studiato (non mi sto inventando nulla, se volete faccio anche nomi e cognomi)…le mani di un operaio che sa fare il suo lavoro sanno essere magiche, il cervello di uno smidollato non va bene nemmeno per il brodo, questa è la realtà. Aggiungiamoci anche il fatto che imprese di tipo tecnico-artigiano non richiedono particolari competenze di tipo specialistico, per cui magari si affidano a professionisti del terziario all'occasione per consulenze. Aggiungiamoci ancora che un'impresa familiare da generazioni, con dirigenti ottantenni o quasi e figli dirigenti "solo-perchè-papà-mi-vuole-in-azienda" poco si presta (e gli esperti di marketing ne sanno tristemente qualcosa) ad ascoltare consigli del "dottore assunto da poco" detto anche "lo straniero" (giuro che ho sentito così). E pensare che il Sig.IKEA dei suoi 3 figli non ne ha voluto nemmeno uno in azienda perche "erano poco capaci"....ed ha affidato la dirigenza tutta ad "esterni"....
Iniziamo daccapo, volete?
Innanzitutto riappropriamoci della cultura "vera" e della dignità del titolo di “dottore”: non per fare come qui in Abruzzo “lei-non-sa-chi-sono-io” che tanto ormai dottori lo siamo tutti, bensì per il senso atavico della parola “dottore”, cioè “dotto, erudito”…e scommetto che qualche pirla che leggerà non saprà nemmeno che vuol dire “erudito”…e forse è pure laureato. Non è granchè ma almeno la smetteremo di ascoltare gente che (spesso a ragione) sento affermare: "toh, quello è laureato e ne capisce meno di me".
Abbiamo bisogno di cultura, ma non sto parlando di arte, musica e spettacolo, che per quelle alla fine basta avere talento (vabbè facciamo finta che basti il talento)...sto parlando di "conoscenza" nei campi delle scienze, della tecnica, della giurisprudenza e della letteratura..Scopriamo nuove molecole per far drizzare il pisello ad anzianotti obesi e cardiopatici e d'altro canto curiamo malattie come la tubercolosi con farmaci degli anni '50...tanto, chi ha la tubercolosi ormai o è povero o vive nel terzo mondo, non è economicamente vantaggioso investire in quei farmaci, no?
Viviamo in un paese dove l’adolescente medio ha un vocabolario linguistico di poco piu di 200 parole (in italiano...in inglese ne avrà 20 circa) e magari ha un padre o uno zio assessore regionale e lavora mentre noi poveri bifolchi emancipati dal sudore speso sui libri ci rassegnamo a fare lavori anche umili pur di campare la famiglia… quadretto abbastanza disastroso, vero? ma attenzione, non lamentiamoci troppo: è anche colpa nostra, purtroppo. (segue)

giovedì 19 giugno 2008

LA LEGA DEI FURIOSI

A Perugia, nei primi anni '90 imperversava una corrente di pensiero creativo anarco-nichil-futurista chiamata "La Lega dei Furiosi". Non ebbe grande successo, ma il loro motto resta valido, ora piu di allora. Ne riporto lo slogan, sperando che qualcuno ne faccia tesoro.


"Siamo solo subcultura, roba per minorati, siamo la cattiva coscienza di un mondo che afferma di aver debellato il male e lo coltiva, siamo La Lega dei Furiosi"



Vostro,

NoSferatu

giovedì 5 giugno 2008

AHMADINEJAD, MUGABE E L'IPOCRISIA DEGLI OCCIDENTALI

Eccoli: a Roma sono giunti il presidente iraniano e il presidente dello Zimbabwe.
Uno testa di serie della lista degli "stati canaglia" secondo G. W. Bush e compagni, l'altro satrapo presidente a vita di uno stato che era considerato il "granaio d'Africa" e che ora è allo sfascio totale e dipende dagli aiuti umanitari praticamente in toto.
Dall'altra parte, un nutrito gruppetto di politicanti e statisti dell'ultima ora, (mi riferisco agli italiani in primis, ma non solo), imbarazzato dalla presenza di questi due "scomodi elementi" al tavolo FAO.
In mezzo, la pseudo-stampa italiana che monta il caso giornalistico sulla falsariga del caso Nixon, ovvero "stringereste la mano a questi due?"
Che dire? Appare innanzitutto chiaro un fatto: la politica intesa come diplomazia, cura delle relazioni internazionali e "tatto" nella tutela degli affari di Stato ormai non esiste più, non in mano a questa torma di ignoranti pressapochisti omuncoli di pseudo-destra e pseudo-sinistra.
Emerge ancor più subdolo un altro fatto, più allarmante: la FAO, in quanto organismo ONU, è anch'essa un giocattolo di USA e G8 in genere? Purtroppo sembrerebbe di si.
Non sto a sindacare sui meriti (o meglio, i demeriti) che hanno portato questi due scomodi elementi ad essere considerati dei "paria" della politica internazionale, peraltro inoppugnabili, ma voglio invece inveire contro il modo di fare politica internazionale di questi ultimi dieci-quindici anni.
Un politico di vecchio stampo non si sarebbe mai posto il problema se stringere o meno la mano al sig. Ahmadinejad o al sig. Mugabe: lo avrebbe fatto senz'altro nel nome del tatto e dell'etichetta proprie delle relazioni diplomatiche, dopodichè si sarebbe seduto al tavolo con loro e gliene avrebbe cantate quattro come si deve, utilizzando tutte le tattiche proprie dei canali diplomatici, ovvero di chi non ha intenzione di bombardare altri stati a meno che non si adirettamente minacciato.
Il fatto che gran parte dei canali relazionali sia stato precluso a questi signori denuncia innanzitutto la chiara volontà belligerante di certi paesi occidentali, e in secondo luogo l'ipocrisia dei grandi gruppi industriali e delle lobbies che da un lato "snobbano" i due presidenti e dall'altro ci fanno affari più o meno alla luce del sole.
Mi riferisco agli interessi di Finmeccanica e Ansaldo in Iran, agli interessi commerciali e di concessione mineraria di alcuni paesi europei (devo fare i nomi? studiate la storia) che vorrebbero tanto si ritornasse ai cari vecchi tempi in cui lo Zimbabwe si chiamava Rhodesia.
Banale e ancora più ipocrita la scusa delle violazioni dei diritti umani perpetrata dai due paesi, soprattutto in virtù del fatto che ai cinesi non è stato detto nulla, e tantomeno agli americani, dopo che il sig. Bush ha detto testualmente giorni fa che "la tortura è giustificata se c'è la minaccia di terrorismo", cioè praticamente sempre.
Concludo con un piccolo appunto: il tavolo FAO in questa occasione si propone di studiare e eventualmente trovare soluzioni nuove al probelma della fame nel mondo che anzichè diminuire col tempo è aumentato...cosa c'entra tutta questa "bagarre" con la fame nel mondo? Se i due presidenti sono venuti con intenzioni collaborative (deliri del presidente iranaiano a parte), precludere loro i tavoli di incontro o comunque non adempiere in pieno ai doveri di ospitalità propri dell'etichetta rappresenta uno schiaffo, una provocazione peraltro gratuita in una situazione dove ci vorrebbe più buonsenso e meno sfoggio di muscoli.
Pensate un pò: noi siamo il paese che ha dato i natali a Nicolò Machiavelli...che vergogna.

IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA DANNEGGIA LA SALUTE PUBBLICA

il considerare reato l'immigrazione clandestina è rischioso per la salute pubblica in quanto l'immigrato clandestino portatore di patologie gravi, per timore di essere espulso o peggio incarcerato eviterebbe qualsiasi contatto con le strutture sanitarie. E' per questo motivo, oltre che per motivi umanitari che il diritto all'assistenza sanitaria è esteso a tutti, cittadini italiani e non, regolari e clandestini. Spesso infatti chi immigra clandestinamente viaggia in condizioni degne delle vecchie navi negriere che trasportavano schiavi negli USA nel '700 e '800, portando a volte con se insetti veicoli di patogeni o covando infezioni che da noi rislutavano pressochè debellate, come la tubercolosi polmonare. Porre l'immigrato clandestino nella condizione di evitare qualsiasi forma di struttura pubblica, ospedale, medico generico o pronto soccorso che sia per timore di essere identificato quale "illegale" e pertanto incarcerato/espulso, equivale ad aumentare il rischio di diffusione di focolai di infezione difficilmente identificabili e circoscrivibili, esattamente come e accaduto e accade nei sobborghi degli USA con immigrati clandestini provenienti prettamente dall'area centro-americana, i cosidetti "mojados".
E' un dovere morale oltre che costituzionale garantire assistenza sanitaria a CHIUNQUE, non solo appunto per motivi etici ed umanitari, ma anche per prevenire e curare tempestivamente malattie infettive e garantire così lo stato di salute di un'intera popolazione"

martedì 22 aprile 2008

PERCHE' LA SINISTRA HA PERSO (e perchè perderà sempre)

Carissimi,
dopo la campagna elettorale e un adeguato periodo di riflessione, mi accingo ad illustrare alcuni dei motivi (e dei commenti) alla sconfitta del centro-sinistra (centro "sinistro" lo chiamerò d'ora in poi).
Lo dico citando di pari passo gli amici di Critica Liberale, che stimo e seguo con affetto (www.criticaliberale.it)

Ecco di seguito gli enunciati tra il serio e il faceto.

Buona lettura

perché abbiamo perduto 1

Dopo il 14 aprile tutti i commentatori-vocidelpadrone si metteranno a spiegarci come e perché abbiamo restituito l'Italia al più impresentabile personale politico del mondo occidentale, anzi come abbiamo non proprio perduto, ma quasi vinto. Così possiamo continuare a inciuciare. Noi anticipiamo tutti elencando ogni giorno una ragione della sconfitta scontata.

perchè abbiamo perduto 2: promuovere invece che punire

Il centrosinistra ha così assimilato la cultura berlusconiana dell'impunità che, di fronte alla caduta di De Gennaro, travolto giustamente dalla gestione scandalosa del G8 di Genova, cosa escogita? Una bella promozione. Così ora rinviato a giudizio per istigazione alla falsa testimonianza ci ritroviamo il capo di gabinetto del ministero degli interni, sovrano custode della legge. Grazie Amato!

perché abbiamo perduto 3: essere come loro

L'Unità è scatenata contro la Lega, e incalza B. con la domanda: "Ma come fai ad allearti con quei trucidoni?". Ma B. tace. Per non rimanere senza risposta, l'Unità potrebbe rivolgersi a Fassino, che solo alcuni mesi fa, quando era segretario dei Ds, più volte sostenne che bisognasse allearsi coi bossiani. E proprio quando Borghezio passeggiava con un maiale, da vero fondamentalista cattolico.

perché abbiamo perduto 4: imbarcare i reazionari

Del Vecchio, il generale nominato deputato Pd da Veltroni, esterna: "I gay nell'esercito sono inadatti", e poi via con altre delizie omofobe o proposte tipiche della mentalità fascista sul nonnismo educativo, sulle case chiuse, perfino sul reclutamento dei minorenni nell'esercito. Era meglio perdere le elezioni con onore che essere travolti e insieme disonorati. Grazie Walter.

perché abbiamo perduto 5: arruolare i fondamentalisti

Binetti preannuncia che non voterà i Dico e che "una deriva zapaterista sarebbe tombale". Non sappiamo quale medico imponga alla Binetti la cura amara di fare la deputata PD e immaginiamo il suo terribile sforzo per soffocare una coscienza cattolica così esigente mentre ruba un posto da parlamentare alla faccia degli elettori cui viene imposta una fondamentalista omofoba. Grazie Rutelli.

perché abbiamo perduto e perderemo sempre 6. essere stremati dalla bêtise

Rovati, uomo-chiave del prodismo, fondatore del Pd e uno dei 40 saggi del medesimo, intervistato, confessa: «Alla Camera ho votato Udc». Invece il fiore all’occhiello di Veltroni, Calearo, interrogato da Repubblica sul successo leghista, dichiara: «Ne sono contentissimo». Il Pd tace e acconsente, seppellito più che dalla mancanza di voti dal ridicolo e dalla bêtise.

VARIE ED EVENTUALI (sempre da CriticaLiberale)

teste tagliate: bertinotti

Non lo crocifiggete, il povero Bertinotti, il killer della sinistra italiana. Era stato lui a intuire, primo tra tutti, che la mitica classe operaia “andava a destra”. Lui l’ha inseguita fino a “porta a porta”, si è abbassato persino ad attenderla all’Hard Rock Cafe di via veneto. Ma purtroppo non l’ha incontrata. Non è colpa sua se con mille euro al mese quei posti sono poco frequentabili.

la solitudine di walter

E' andato solo alla guerra, voleva battere il Cavaliere sul suo stesso terreno, essere, se possibile, più piacione di lui. Ora si gode la pace del cimitero politico che ha costruito. Pacatamente, serenamente.

no, no non lo fare

Siamo tuoi amici , Walter, e temiamo un gesto estremo. Lo so che hai ucciso Prodi col fuoco amico, ti sei accordato con Berlusconi, hai reso la sinistra un deserto, hai consegnato il paese a Berlusca e a Bossi...Capiamo che tutto questo disastro in pochi mesi può più che motivare un suicidio, ma è troppo, forse basterebbero solo delle dimissioni, come si usa nei paesi civili.

soddisfazione

Grande successo di Berlusconi. Soddisfazione nel Pd.

martedì 18 marzo 2008

7 FATTI LAICI

Carissimi, sottoscrivo in pieno e riporto per conoscenza sul mio blog.

Saluti.


Su iniziativa di Enzo Marzo e Maria Gigliola Toniollo presentiamo questa proposta alla pubblica opinione e alle forze politiche, e chiediamo sia sottoscritta da singoli e associazioni.
7 Fatti Laici
A parole tutti o quasi oggi si dicono laici, ma non c’è laicità senza la più rigorosa neutralità delle istituzioni su convinzioni morali, religiose e filosofiche, senza la garanzia di pari dignità sociale delle persone e senza la separazione fra istituzioni pubbliche e confessioni religiose: non c’è laicità, quando si esige o si accetta di trasformare in obbligo giuridico i dettami morali di una chiesa o si assiste senza reazione all’occupazione delle istituzioni da parte delle gerarchie vaticane. Laicità è riconoscimento alle persone del diritto di scegliere liberamente riguardo la propria vita e il proprio corpo, ed è possibilità di attuare le proprie scelte. Laicità è anche reale coinvolgimento nelle decisioni pubbliche sulle scelte private.
Riteniamo, in questa sede, che per comprenderci meglio e riconoscerci come laici vi sia la necessità di stabilire un minimo comune denominatore con la definizione di alcuni obiettivi concreti:
1) ABOLIZIONE DEL CONCORDATO e di ogni forma di privilegio diretto e indiretto a favore della Chiesa cattolica nella legislazione e nelle politiche pubbliche. E’ necessario e urgente rimettere in discussione l’intero meccanismo di finanziamento pubblico: l’attuale normativa sull’8 per mille, l’esenzione del pagamento dell’Ici per le attività commerciali della Chiesa cattolica. Censimento di tutti i finanziamenti arbitrari di Stato, di Regioni e di Enti locali alla Chiesa Cattolica. Necessità di una scuola pubblica laica, a partire dalla scuola dell’infanzia. Abolizione dell’incostituzionale finanziamento pubblico delle scuole confessionali e l’abrogazione della legge che immette automaticamente in ruolo – anche in materie umanistiche e senza concorso – gli ex professori di religione scelti dalle Curie.
2) PIENO RICONOSCIMENTO DELL’AUTODETERMINAZIONE NELLA MATERNITA’. Le istituzioni devono promuovere campagne di informazione sessuale, anche nelle scuole, per la conoscenza dei mezzi di prevenzione; devono agevolare l’acquisto degli anticoncezionali, abolire l’obbligo di ricetta per l’acquisto della pillola del giorno dopo (contraccezione di emergenza) e soprattutto assicurare che l’effettiva operatività della legge 194 sia sempre garantita con personale non obiettore presente in tutte le strutture esistenti, consentendo anche l’uso della pillola abortiva Ru 486. E’ necessaria una nuova legge in materia di fecondazione assistita o una profonda revisione della legge 40, che parta dall’abolizione delle limitazioni già riconosciute illegittime dall’Autorità giudiziaria e che disponga nuove linee-guida.
3) DIFESA DELLA LIBERTÀ DI SCIENZA, che non può essere limitata, né condizionata, da convinzioni confessionali o ideologiche.
4) RICONOSCIMENTO DELLE DIRETTIVE ANTICIPATE DI FINE VITA, (testamento biologico) con la stessa ampiezza decisionale di chi ha piena capacità.
5) REALIZZAZIONE DELL’ASSOLUTA UGUAGLIANZA GIURIDICA, della parità di diritti e della pari dignità sociale per tutti, senza differenza di orientamento sessuale e di identità di genere in materia di diritto di famiglia, nel riconoscimento da parte dello Stato di una pluralità di modelli famigliari e nella garanzia dei diritti materiali e morali dei minori e dei terzi.
6) RIDISCUSSIONE DELLA NATURA, DEI COMPITI E DELLA COMPOSIZIONE DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA, che deve informare e coinvolgere il pubblico sulle proprie tematiche. Esso deve inoltre diventare organo di alta funzionalità interna e di riconosciuto valore internazionale e quindi deve essere un organismo autorevole per professionalità e competenza, equilibrato tra le varie concezioni politiche, religiose e filosofiche.
7) RIFIUTO DELL’ASSERVIMENTO DEI MEDIA, soprattutto di quelli pubblici, che si fanno strumento improprio di propaganda religiosa.
SE CONDIVIDI I “7 FATTI LAICI” ADERISCI COME PERSONA, ASSOCIAZIONE, GIORNALE, SITO, BLOG AD adesione@fattilaici.org. Per informazioni: info@fattilaici.org. Sito: www.fattilaici.org

SOLIDARIETA' ALLA SERBIA

Carissimi,

vi riporto per conoscenza la mail di solidarietà inviata all'Ambasciata di Serbia in Italia dopo la sconsiderata azione del nostro governo di riconoscere l'indipendenza unilaterale del Kosovo. Precisando che non sono contro l'indipendenza di quel paese, ma sono fermamente contrario alle azioni unilaterali non stabilite su tavoli di trattative diplomatiche. Così facendo si alimentano i conflitti, non la fratellanza tra i popoli. Potevamo essere più intelligenti e meno servi...purtroppo, come diceva Ezra Pound, "se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o valgono poco le idee o vale poco lui"..scegliete voi la risposta.

Da: ............... [mailto:
Inviato: giovedì 21 febbraio 2008 11.57
A: 'info@ambroma.com'
Oggetto: solidarietà
Riservatezza: Personale

Gentile Ambasciatrice,
mi chiamo ................e sono un cittadino italiano. Vivo a Pescara, sulle sponde del Mare Adriatico e di professione sono biologo e insegnante. Le scrivo per esprimere la mia solidarietà a lei, al popolo e alla nazione serba per questa ingiusta presa di posizione del governo italiano nel voler riconoscere il Kosovo dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza. L'autodeterminazione di un popolo (kosovaro), per quanto possa essere legittima in linea di principio, non deve gravare sulle spalle di un altro popolo (serbo). Non è così che funziona la democrazia, non è così che funzionano le relazioni internazionali diplomatiche. Voglio credere che il nostro governo sia stato "costretto" a farlo non sulla base dei principi di democrazia che dovrebbero regolarci, ma soltanto su pressione di altri Stati. Non è così che si avvia un processo democratico, civile e pacifico di indipendenza, anzi mi sembra una provocazione bella e buona. Sono convinto che le ragioni e gli accordi debbano essere discussi tra le parti in causa, democraticamente e civilmente, senza dover ricorrere a interventi internazionali, a meno che non vi sia la chiara volontà delle parti di coinvolgere degli arbitri "imparziali" a maggiore garanzia delle ragioni di tutti.
Non è invece questo il caso, e mi dispiace molto.
Spero che la sua nazione non raccolga la provocazione ma decida di affrontare sul piano esclusivamente diplomatico questa ingiustizia.
E' per questo che le scrivo, come uomo e cittadino italiano ed europeo, perchè lei possa portare a Belgrado, al parlamento, al governo e ai cittadini serbi la stima e l'affetto miei e di molti italiani che vedono nella Serbia una nazione sorella e sovrana.
Mi permetto anche di esprimere un'opinione su questi avvenimenti politici: a mio avviso si tratta chiaramente di una manovra di destabilizzazione di tutta l'area balcanica e dell'Unione Europea da parte di potenze straniere che temono l'Europa (Balcani compresi) come avversario economico e politico. Il nostro governo, come molti altri, è caduto nell'inganno. Spero che il suo governo non faccia altrettanto e dia all'Unione Eropea una lezione di diplomazia. Ce lo meritiamo.
Sto scrivendo anche a molti giornali anche se già so che non sarò ascoltato: in fondo, sono solo un uomo, e non ho nessun potere se non quello della mia intelligenza. La mia intelligenza però mi dice che quello che sta succedendo è sbagliato, e continuerò a dirlo a chiunque voglia ascoltarmi.
Spero che venga presto il giorno in cui saremo liberi da confini e barriere e, ognuno con le proprie radici e cultura, ognuno con la propria lingua e tradizioni, potremo chiamarci tutti semplicemente Fratelli d'Europa.
La prego di esprimere la mia solidarietà assieme alla più sincera stima, al suo Paese e ai suoi connazionali, anche se sono solo un semplice cittadino.
Fraterni saluti



...e questa è la risposta dell'Ambasciata di Serbia a Roma:


Segreteria - Ambasciata della Repubblica di Serbia Roma [segreteria@ambroma.com]
giovedì 21/02/2008 16.23
ringraziamenti


Gentile .............

La ringraziamo a nome del popolo serbo per la solidarietà espressa e per il
Suo supporto morale in questo momento.

Cordialissimi saluti.


Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma

martedì 4 marzo 2008

WORKING CLASS HERO

Io lo andavo dicendo da dieci anni, insieme ad Amnesty International...finalmente l'anno scorso qualcuno ha preso posizione e anche se ancora non si muove nulla di concreto, si possono mandare aiuti umanitari. Il Darfur come l'Italia, come l'Europa, come il mondo...due secoli di conquiste di diritti civili mandate in malora grazie al qualunquismo dilagante e ai ben noti spauracchi da sfoggiare ad uso e consumo del sempre più ignorante uomo medio..bravi, bravi, continuiamo così. il 21° secolo si prospetta sfavillante di oro, auto di lusso, figa in tv e campionati calcistici entusiasmanti... poco importa se dietro c'è lo sfruttamento di mezzo mondo, massacri di civili e anestesia totale della coscienza collettiva.
Complimenti.