martedì 18 marzo 2008

SOLIDARIETA' ALLA SERBIA

Carissimi,

vi riporto per conoscenza la mail di solidarietà inviata all'Ambasciata di Serbia in Italia dopo la sconsiderata azione del nostro governo di riconoscere l'indipendenza unilaterale del Kosovo. Precisando che non sono contro l'indipendenza di quel paese, ma sono fermamente contrario alle azioni unilaterali non stabilite su tavoli di trattative diplomatiche. Così facendo si alimentano i conflitti, non la fratellanza tra i popoli. Potevamo essere più intelligenti e meno servi...purtroppo, come diceva Ezra Pound, "se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o valgono poco le idee o vale poco lui"..scegliete voi la risposta.

Da: ............... [mailto:
Inviato: giovedì 21 febbraio 2008 11.57
A: 'info@ambroma.com'
Oggetto: solidarietà
Riservatezza: Personale

Gentile Ambasciatrice,
mi chiamo ................e sono un cittadino italiano. Vivo a Pescara, sulle sponde del Mare Adriatico e di professione sono biologo e insegnante. Le scrivo per esprimere la mia solidarietà a lei, al popolo e alla nazione serba per questa ingiusta presa di posizione del governo italiano nel voler riconoscere il Kosovo dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza. L'autodeterminazione di un popolo (kosovaro), per quanto possa essere legittima in linea di principio, non deve gravare sulle spalle di un altro popolo (serbo). Non è così che funziona la democrazia, non è così che funzionano le relazioni internazionali diplomatiche. Voglio credere che il nostro governo sia stato "costretto" a farlo non sulla base dei principi di democrazia che dovrebbero regolarci, ma soltanto su pressione di altri Stati. Non è così che si avvia un processo democratico, civile e pacifico di indipendenza, anzi mi sembra una provocazione bella e buona. Sono convinto che le ragioni e gli accordi debbano essere discussi tra le parti in causa, democraticamente e civilmente, senza dover ricorrere a interventi internazionali, a meno che non vi sia la chiara volontà delle parti di coinvolgere degli arbitri "imparziali" a maggiore garanzia delle ragioni di tutti.
Non è invece questo il caso, e mi dispiace molto.
Spero che la sua nazione non raccolga la provocazione ma decida di affrontare sul piano esclusivamente diplomatico questa ingiustizia.
E' per questo che le scrivo, come uomo e cittadino italiano ed europeo, perchè lei possa portare a Belgrado, al parlamento, al governo e ai cittadini serbi la stima e l'affetto miei e di molti italiani che vedono nella Serbia una nazione sorella e sovrana.
Mi permetto anche di esprimere un'opinione su questi avvenimenti politici: a mio avviso si tratta chiaramente di una manovra di destabilizzazione di tutta l'area balcanica e dell'Unione Europea da parte di potenze straniere che temono l'Europa (Balcani compresi) come avversario economico e politico. Il nostro governo, come molti altri, è caduto nell'inganno. Spero che il suo governo non faccia altrettanto e dia all'Unione Eropea una lezione di diplomazia. Ce lo meritiamo.
Sto scrivendo anche a molti giornali anche se già so che non sarò ascoltato: in fondo, sono solo un uomo, e non ho nessun potere se non quello della mia intelligenza. La mia intelligenza però mi dice che quello che sta succedendo è sbagliato, e continuerò a dirlo a chiunque voglia ascoltarmi.
Spero che venga presto il giorno in cui saremo liberi da confini e barriere e, ognuno con le proprie radici e cultura, ognuno con la propria lingua e tradizioni, potremo chiamarci tutti semplicemente Fratelli d'Europa.
La prego di esprimere la mia solidarietà assieme alla più sincera stima, al suo Paese e ai suoi connazionali, anche se sono solo un semplice cittadino.
Fraterni saluti



...e questa è la risposta dell'Ambasciata di Serbia a Roma:


Segreteria - Ambasciata della Repubblica di Serbia Roma [segreteria@ambroma.com]
giovedì 21/02/2008 16.23
ringraziamenti


Gentile .............

La ringraziamo a nome del popolo serbo per la solidarietà espressa e per il
Suo supporto morale in questo momento.

Cordialissimi saluti.


Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma

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